Premessa normativa e quadro regolatorio
A seguito dell’entrata in vigore del Regolamento UE 2023/956 (CBAM – Carbon Border Adjustment Mechanism), dal 1° ottobre 2023 è obbligatorio per le aziende importatrici di beni CBAM-related (es. acciaio, alluminio, cemento, fertilizzanti, energia elettrica, idrogeno) presentare una dichiarazione trimestrale relativa alle emissioni incorporate nei prodotti importati da Paesi extra-UE.
Il mancato adempimento comporta, già nella fase transitoria (2023–2025), sanzioni pecuniarie significative, oltre a rischi operativi in dogana e contestazioni in ambito fiscale e ambientale.
Caso analizzato: PMI manifatturiera – rischio sanzione >500.000€
Nel Q4 2024, una PMI italiana del settore metalmeccanico (ca. 38M€ fatturato, 120 dipendenti) si è rivolta a ESAR a seguito di un preavviso doganale relativo alla mancata trasmissione dei report CBAM.
Situazione iniziale rilevata:
Forniture regolari di acciaio zincato dalla Turchia (6.300 tonnellate annue).
Nessun tracciamento delle emissioni dirette e indirette.
Nessun file XML trasmesso tramite portale CBAM.
Totale assenza di workflow interno per la raccolta dati da fornitori esteri.
L’importazione continuativa di materiale soggetto CBAM, priva di dichiarazioni, esponeva l’azienda a una sanzione potenziale stimata in oltre 500.000€.
Intervento ESAR: struttura operativa
Il team ESAR ha avviato un piano di remediation strutturato in 3 fasi, con obiettivi contabili, legali e tecnici:
1. Audit documentale e anagrafica fornitori
Mappatura delle forniture CBAM-relevant negli ultimi 12 mesi.
Classificazione per codice doganale e tipologia merce.
Verifica dati tecnici/ambientali presenti nei contratti d’acquisto.
2. Ricostruzione emissioni e compilazione XML
Calcolo delle emissioni tramite default values e fattori di emissione ufficiali (Allegato III).
Creazione report XML validato secondo specifiche XSD della Commissione Europea.
Invio formale tramite portale EU-CBAM.
3. Adeguamento processi interni
Implementazione di moduli strutturati per raccolta dati fornitore.
Protocollo trimestrale di verifica.
Formazione team logistica e procurement su obblighi dichiarativi.
Considerazioni contabili e fiscali
La gestione CBAM non è solo una compliance ambientale, ma ha impatto diretto su flussi finanziari, bilancio e fiscalità internazionale:
Dal 2026, i certificati CBAM avranno costo reale (€/tonnellata) e dovranno essere acquistati tramite piattaforma UE.
La mancata documentazione delle emissioni nel periodo transitorio può comportare l’obbligo di acquisto del 100% dei certificati al massimo prezzo medio.
I costi CBAM saranno deducibili fiscalmente solo se correttamente documentati.
Conclusione e raccomandazioni
Il caso dimostra come l’assenza di una struttura CBAM-ready esponga l’azienda a rischi non solo regolatori, ma anche fiscali, contabili e reputazionali.
Con ESAR è possibile:
Ridurre a zero il rischio sanzioni già nel periodo transitorio.
Strutturare un processo replicabile per il monitoraggio emissioni e fornitori.
Garantire la tracciabilità fiscale dei costi CBAM per la futura deducibilità.
Preparare il team interno alle evoluzioni normative 2026–2029.
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ESAR offre un servizio di valutazione preliminare del rischio CBAM personalizzato per settore e geografia.
Compila il modulo sul sito o scrivi a info@esar.it.com
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